La città nell’era digitale: una road map per la Pubblica Amministrazione per governare le smart city tra rischi e opportunità generati dall’AI
In un incontro in Campidoglio organizzato da BLB Studio Legale, rappresentanti governativi, esperti di digitale e legali hanno discusso le sfide che la Pubblica Amministrazione si trova ad affrontare per guidare i processi della digitalizzazione, a partire dall’utilizzo dell’AI e i rischi connessi. Il caso virtuoso di Roma, vincitrice del prestigioso Smart City Award, le best practise e una roadmap legale chiara e misurabile
Digitalizzazione, utilizzo dell’AI, privacy e cybersicurezza sono alcune delle sfide che la Pubblica Amministrazione si trova ad affrontare in questi tempi. Con differenze notevoli tra le regioni, il governo degli enti locali è chiamato ad abbracciare la transizione digitale per migliorare i servizi offerti ai cittadini, adottando tutti gli strumenti che garantiscano il rispetto della privacy e la sicurezza dei dati che possono essere a rischio.
La tecnologia applicata alla PA, infatti, coinvolge sempre più gli aspetti legali derivanti dall’utilizzo e dalla protezione dei dati, rendendo il confronto tra amministratori pubblici e avvocati necessario e serrato.
Partendo da questi presupposti, BLB Studio Legale (con uffici a Milano, Roma e Lussemburgo) ha organizzato un evento dal titolo “La città nell’era digitale”, che si è tenuto lunedì 10 novembre presso la Sala Laudato Sì del Campidoglio a Roma. L’iniziativa, in collaborazione con la Presidenza dell’Assemblea Capitolina, ha riunito esponenti del mondo istituzionale, giuridico e tecnologico per un confronto pratico sui temi più scottanti. È stata l’occasione per fare il punto dei traguardi raggiunti nella digitalizzazione e discutere i confini giuridici nell’applicazione delle tecnologie nelle smart city: dalle auto a guida autonoma alle piattaforme di intelligenza artificiale, dai sistemi di videosorveglianza intelligenti alla gestione dei big data, ogni innovazione tecnologica all’interno delle città implica una complessa rete di norme su privacy, sicurezza, trasparenza e responsabilità. La sfida è formare una nuova classe dirigente pubblica capace di comprendere i fondamenti tecnici e legali dell’innovazione, per dialogare alla pari con sviluppatori, consulenti e cittadini.
L’incontro è stato moderato da Marco Italiano che, introducendo i lavori, ha affermato che «per proteggere il cittadino dall’opacità algoritmica, è imperativo promuovere la trasparenza e la comprensione dei meccanismi tecnologici. Questo richiede non solo la formazione civica e professionale sui sistemi digitali, ma anche un solido partenariato pubblico-privato per lo sviluppo etico delle tecnologie. Inoltre, la salvaguardia della giustizia in questo dominio dipende indissolubilmente dal rafforzamento della cybersecurity per garantire l’integrità e l’affidabilità dei sistemi legali digitali».
I lavori sono stati aperti dall’On. Svetlana Celli, Presidente dell’Assemblea Capitolina che nel suo intervento ha sottolineato come «la transizione digitale rappresenti una sfida importante che Roma Capitale affronta con visione, responsabilità e attenzione alle esigenze della comunità. L’innovazione tecnologica, e in particolare l’intelligenza artificiale, non deve essere motivo di timore, ma piuttosto uno strumento da governare con consapevolezza. Il nostro obiettivo è rendere la città più efficiente, sicura e accessibile, migliorando la qualità dei servizi e semplificando la vita quotidiana. È fondamentale che tutto ciò sia sempre accompagnato dalla tutela della privacy, dei diritti fondamentali e della sicurezza di tutti, con un approccio etico e responsabile».
A seguire, l’On. Riccardo Corbucci, Presidente Commissione Roma Capitale, Statuto e Innovazione Tecnologica, ha ricordato come mercoledì scorso Roma sia stata insignita del prestigioso Smart City Award allo Smart City Expo World Congress di Barcellona, uno dei principali riconoscimenti internazionali attribuiti alle città che stanno guidando nuovi modelli di innovazione pubblica. «Un premio che rappresenta l’evoluzione in corso nella Capitale – ha spiegato Corbucci – che coinvolge dimensioni urbane, economiche, amministrative, sociali e culturali. In questi anni siamo riusciti a utilizzare le risorse pubbliche per digitalizzare l’amministrazione e avviare la trasformazione di Roma in una Smart City sempre più sostenibile. La sfida dei prossimi anni sarà rendere strutturale questo modello di open innovation, rafforzando la collaborazione tra pubblico, imprese, università ed enti di ricerca.
L’obiettivo è favorire la nascita di start-up capaci di generare sviluppo economico e lavoro, consolidare i partenariati pubblico-privati e costruire una città che riduca le disuguaglianze, promuovendo partecipazione, inclusione e opportunità per tutti”
Il primo dibattito, dedicato ai nuovi fronti giuridici urbani che le Pubbliche Amministrazioni devono affrontare nell’utilizzo dell’AI, ha visto Donato Silvano Lorusso, di BLB Studio Legale, confrontarsi con Luigi D’Ottavi, dell’Avvocatura Capitolina.
«Dopo le infrastrutture di rete (5G) – ha dichiarato quest’ultimo – arriva la sfida della digitalizzazione dei servizi pubblici, dalle strade ai beni culturali. Strumenti nuovi per cogliere le maggiori opportunità richiedono investimenti non solo in accessibilità tecnologica ma anche in formazione specifica delle risorse umane. Solo con un nuovo approccio sarà possibile auspicare una diversa cultura del procedimento amministrativo per incontrare le giuste domande dei cittadini e delle imprese».
Lorusso, grande esperto di AI, ha illustrato l’impegno di BLB nell’affiancare le Pubbliche Amministrazioni nell’implementazione dell’AI. «La nostra proposta – ha spiegato – è di governare la trasformazione digitale negli enti con una roadmap legale chiara e misurabile: in 30 giorni formiamo le persone; in 90 mappiamo trattamenti, dati e usi dell’AI e chiudiamo la gap analysis; in 180 fissiamo policy e clausole standard e, in team con altri professionisti tecnici, svolgiamo le DPIA/AI-IA sui progetti chiave; in 365 collaboriamo nella istituzione di audit periodici e formazione continua. Si tratta di azioni messe in sequenza e verificabili, in modo che le scelte di innovazione diventino governabili, trasparenti e sicure per cittadini e amministrazioni».
Nella seconda sessione Paola Liberace, Dirigente responsabile area Risorse Umane e Academy, Agenzia per l’Italia Digitale, si è soffermata sull’importanza del fattore umano nella trasformazione digitale pubblica e la conseguente formazione necessaria per governare la trasformazione. «Sapere, saper essere e saper fare, i tre poli costitutivi delle competenze, restano più che mai cruciali nell’epoca delle città smart – ha affermato -. Contesti urbani intelligenti nei quali la Pubblica Amministrazione agisce sempre più da facilitatrice dell’incontro tra cittadino e servizio pubblico digitale: conoscendo la tecnologia, rapportandosi con essa, utilizzandola con spirito critico e in modo consapevole ed eticamente corretto».
Con Liberace ha discusso Giovanni Arzenton di TackTMI, che ha sottolineato l’importanza di approfondire le competenze digitali e i comportamenti giuridici ed etici correlati all’utilizzo dei dati.
Il terzo intervento si è focalizzato sulla collaborazione tra pubblico-privato per guidare l’innovazione digitale e ha visto Vittoria Carli, Vicepresidente con delega alla trasformazione digitale, Unindustria, spiegare come «il partenariato pubblico-privato sia la vera leva per sviluppare l’innovazione e costruire città intelligenti, inclusive e sostenibili nell’era digitale. Quando Imprese, Istituzioni e mondo della Formazione e Ricerca lavorano insieme, le idee si trasformano in sviluppo, le competenze in occupazione e la tecnologia in valore per le comunità. Unindustria – ha aggiunto Carli -, con le sue aziende che si occupano di digitale, ha le competenze e il know-how per lavorare in collaborazione con Istituzioni locali e Stakeholders e favorire politiche che mettano la tecnologia al servizio dello sviluppo. Siamo pronti a fare in modo che l’adozione delle nuove tecnologie e la gestione dei dati non siano solo strumenti operativi, ma leve fondamentali per ripensare i processi, migliorare l’efficienza e creare valore per cittadini e imprese».
Infine, l’ultima sessione è stata dedicata alla cybersecurity, un argomento di estrema attualità visto l’aumento esponenziale di minacce che la PA si trova ad affrontare. Nicla Diomede, Direttrice Dipartimento Cybersecurity e Privacy, Roma Capitale ha portato la sua testimonianza dichiarando che «la cybersicurezza è un pilastro strategico per lo sviluppo delle città digitali moderne, perché garantisce protezione, fiducia e continuità dei servizi digitali. Roma Capitale ha realizzato importanti progetti di convergenza di sicurezza IT/IOT a protezione dell’intero ecosistema digitale capitolino, rafforzando il suo impegno per la governance e la gestione centralizzata della sicurezza e adottando tecnologie avanzate per difendere in modo proattivo le infrastrutture, i servizi e i dati dei cittadini».




